CHE COS'E' LA GEOGRAFIA

CHE COS’E’ LA GEOGRAFIA?









IL GEOGRAFO E I SUOI COLLABORATORI
La geografia studia le caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo, cioè la Terra. Per fare questo, il geografo deve studiare:
·       com’è fatto il territorio (per esempio se ci sono montagne, mari…);
     ● com’è il clima (se piove o fa molto caldo…);
     ● quali piante e animali vivono in quel luogo;
     ● quali attività svolgono gli uomini (lavorano come contadini, nelle industrie…).
Dopo aver studiato tutti questi elementi, il geografo è in grado ricostruire le caratteristiche dell’ambiente che sta studiando. Il geografo collabora anche con alcuni studiosi che lo aiutano nel suo lavoro.
 Ecco alcuni aiutanti del geografo:
 ● L’ecologo studia le conseguenze degli interventi degli esseri umani sull’ambiente. Per esempio se gli uomini tagliano un bosco, certe piante non crescono più, inoltre gli animali che vivono in quella zona devono andarsene perché non trovano più cibo. L’ambiente è cambiato, è stato modificato dall’intervento dell’uomo.
● Il botanico e lo zoologo studiano le piante e gli animali.
 ● Il climatologo studia le caratteristiche del clima.
● Il geologo studia le caratteristiche del suolo di un territorio (da quali rocce è fatto, se contiene acqua...),
● L’economista studia quali attività e quali lavori fanno gli abitanti di un territorio.


 GLI STRUMENTI DEL GEOGRAFO
Quali strumenti usa il geografo per disegnare un territorio naturale (montagne, laghi, fiumi…) e gli interventi dell’uomo (le strade, le ferrovie, le case…)?
Il geografo utilizza vari strumenti. Gli strumenti più importanti sono le carte geografiche, che riproducono un territorio. Le fotografie sono un altro strumento che dà molte informazioni su un ambiente. Per esempio le fotografie indicano in modo chiaro: ● gli elementi naturali di un luogo: fiumi, rilievi, pianure... ● gli elementi costruiti dagli esseri umani: strade, ponti, abitazioni...
Grazie alle fotografie aeree e satellitari, cioè scattate dallo spazio, è possibile riconoscere tutti gli elementi che si trovano in un territorio e disegnarli poi su una carta geografica.
Un altro strumento sono le tabelle e i grafici che danno la possibilità al geografo di analizzare e di confrontare alcuni dati, informazioni, sull’ambiente: per esempio il numero di abitanti oppure i tipi di paesaggio. Tra i grafici vi rientrano gli  istogrammi (cioè i grafici fatti da colonne); ● gli aerogrammi (che hanno una forma circolare e sembra una torta con delle fette).








LE MAPPE NEL TEMPO
Le prime mappe sono state inventate moltissimi secoli fa. Gli uomini della Preistoria, i popoli che abitavano la Mesopotamia o l’antico Egitto, le tribù pellerossa dell’America settentrionale rappresentavano con dei disegni i percorsi che facevano di solito e anche l'ambiente che li circondava. Le mappe servivano per ritrovare un luogo o per comunicare ad altri uomini dove si trovava quel luogo. Sulle mappe erano indicati gli elementi significativi del paesaggio: un corso d’acqua, un bosco, una collina, un pozzo... Altre mappe servivano per indicare i confini (cioè i limiti) dei terreni che erano proprietà di persone diverse. In seguito, i popoli del Mediterraneo hanno disegnato le carte geografiche delle terre che erano conosciute allora: i geografi facevano le carte seguendo le spiegazioni e i racconti dei navigatori e dei mercanti che avevano visitato le terre lontane. Queste mappe venivano a mano a mano modificate con le informazioni che portavano altri viaggiatori. Anche oggi le mappe sono continuamente aggiornate. Infatti, in Internet ci sono delle mappe, alle quali è possibile aggiungere elementi ed informazioni e farle conoscere così a tutte le persone che ne hanno bisogno. Osserva il modo infinito e il modo participio passato di alcuni verbi che abbiamo trovato in questo brano.






LA REALIZZAZIONE DELLE ARTE GEOGRAFICHE
Le fotografie aeree e satellitari sono molto importanti per disegnare le carte geografiche. Infatti queste fotografie sono molto precise e dettagliate, cioè si vedono tanti particolari importanti del territorio come strade, fiumi, montagne… Le fotografie vengono poi elaborate al computer, così si vedono bene gli aspetti del territorio che devono essere disegnati sulla carta geografica. Infine il cartografo disegna la carta. Per disegnare una carta nel modo corretto, il cartografo deve fare alcune azioni molto importanti:
 ● segna sulla carta dove si trovano i punti cardinali del territorio che ha rappresentato. Si dice che orienta la carta.
● utilizza simboli e colori particolari per indicare gli elementi geografici disegnati. Ad esempio il marrone per le montagne, il verde per indicare le pianure ecc. Questi simboli e colori sono spiegati nella legenda che si trova di solito in fondo o a lato della carta.
disegna il territorio più in piccolo di quello che è nella realtà. Infatti, per disegnare un territorio grande come nella realtà dovrebbe fare una carta grandissima… grande come il territorio stesso! Questa carta non potrebbe essere usata! Per disegnare il territorio in piccolo deve usare una scala di riduzione cioè deve indicare quante volte il territorio è stato ridotto, rimpicciolito. Per esempio, l’indicazione “scala 1:1 000 000” (che si legge “uno a un milione”) significa che a 1 centimetro sulla carta geografica corrisponde 1 milione di centimetri (cioè 10 km) nella realtà. In questo caso, per stabilire la distanza reale tra due luoghi basta misurare la distanza sulla carta e moltiplicarla per 1 000 000. Questo tipo di scala di riduzione è detta numerica, perché è composta da numeri. È possibile indicare la riduzione anche con una scala grafica, cioè con un segmento (un trattino, una barretta) che dice quanto è lungo nella realtà quel segmento. In questo caso, per stabilire la distanza reale tra due luoghi devi misurare con il righello la distanza sulla carta e confrontare questa misura con la scala grafica.
PIANTE E CARTE TOPOGRAFICHE
 Ci sono diversi tipi di carte geografiche, ogni tipo di carta ti dà informazioni diverse. Ci sono le piante, le carte topografiche e le carte geografiche.
Le piante
Le piante vengono utilizzate  per rappresentare un territorio piccolo, per esempio una città; sulla pianta della città sono segnate le vie e le piazze. La scala di riduzione è piccola, arriva fino a 1:10 000. Di solito sulla pianta è segnata una griglia, detta reticolato. Il reticolato è utile per indicare facilmente gli elementi sulla pianta.
Le carte topografiche Queste carte sono usate per rappresentare un territorio più grande della pianta. Perciò, la scala di riduzione è più grande rispetto a quelle delle piante ed è compresa tra 1:10 000 e 1:150 000. Su queste carte sono indicate le città, i villaggi, le strade, i fiumi ecc. che si trovano su quel territorio. Per disegnare questi elementi si usano dei simboli molto piccoli. Indica con una X a quale carta si riferiscono le affermazioni seguenti.
LE CARTE GEOGRAFICHE
Le carte geografiche sono usate per rappresentare zone della Terra molto grandi, come regioni, Stati o interi continenti. La loro scala di riduzione è perciò molto più grande rispetto a quelle delle piante e delle carte topografiche ed è maggiore di 1:100 000. Le carte geografiche possono essere di vari tipi, a seconda degli elementi che sono rappresentati.
● Le carte fisiche riproducono gli elementi naturali del territorio. Per rappresentare i diversi elementi i cartografi usano colori diversi: il verde indica le pianure, il giallo o il marrone chiaro le colline, il marrone le montagne; il blu e l’azzurro indicano, invece, mari, fiumi e laghi. Dove il colore blu è più scuro vuol dire che l’acqua è più profonda. Dove il colore marrone è più scuro vuol dire che la montagna è più alta.
 ● Le carte politiche mostrano i confini delle province, delle regioni e degli Stati, che vengono indicati con colori diversi. Sulle carte politiche sono indicate anche le città e i paesi con dei simboli particolari.
● Le carte tematiche mettono in evidenza, cioè mostrano chiaramente, un tema, un argomento. Ad esempio una carta tematica può mostrare i prodotti agricoli coltivati nelle regioni d’Italia, oppure il numero degli abitanti, oppure i parchi naturali ecc.
I PLANISFERI
 I planisferi sono carte geografiche che rappresentano tutta la Terra. La scala di riduzione è grandissima e non può essere inferiore a 1:100 000 000 (cento milioni). I planisferi, però, deformano e non riescono a riprodurre l’esatta forma o le giuste dimensioni dei continenti. Questo accade perché la Terra è rotonda mentre il planisfero è un foglio piatto. Prova a fare questa esperienza: prendi la buccia di un’arancia e prova a metterla su un foglio piatto, devi tagliarla a spicchi e poi schiacciarla: la superficie della buccia si deforma. La stessa cosa succede quando i cartografi cercano di disegnare su una carta piatta la superficie della Terra, che è tonda. I cartografi hanno provato a risolvere questo problema in modi diversi. Poiché la Terra è tonda, la sua rappresentazione più giusta è il mappamondo, che non modifica la forma e le dimensioni dei continenti.




IN MAPPA

























L’AMBIENTE E IL PAESAGGIO
Che cos’è l’ambiente? L’ambiente è ciò che ci sta intorno, ovvero il luogo in cui si trova ogni essere vivente e ogni elemento non vivente. Non a caso la parola “ambiente” deriva dal latino ambire, ossia circondare, stare intorno. L’ambiente è costituito dall’azione degli organismi viventi animali e vegetali e dei vari elementi non viventi (la temperatura, l’acqua, i minerali...), che si influenzano a vicenda. I vari fattori naturali e umani possono interagire in modi differenti. Per questo sulla Terra sono presenti vari tipi di ambienti: per esempio l’ambiente marino, l’ambiente montano...
 Ambienti naturali e ambienti umanizzati. Gli ambienti naturali sono quei luoghi totalmente privi di interventi umani, oppure con interventi assai limitati. Per esempio, può essere un ambiente naturale il deserto, dove vi sono poche o nessuna traccia dell’uomo. Gli ambienti umanizzati sono invece quegli ambienti profondamente modificati dall’uomo a seconda delle attività che vi ha svolto. Un ambiente fortemente umanizzato è la città. In realtà i luoghi in cui la presenza dell’uomo è totalmente assente sono ormai pochissimi e si trovano in aree molto marginali. Possono essere considerati ambienti naturali quelli delle zone polari, della foresta equatoriale o di alcune aree desertiche; mentre nell’area mediterranea e nell’area europea di fatto ambienti “veramente naturali” non esistono più.
 Ambienti in continua trasformazione
Gli ambienti che compongono il nostro pianeta hanno subito profondi e continui cambiamenti nel corso del tempo. Questi mutamenti dipendono dall’azione degli esseri viventi come le piante e gli animali (compreso l’uomo) e degli elementi non viventi, come la terra, l’aria e l’acqua, presenti nei vari ambienti. Si puo’ affermare che, persino, il deserto non è un ambiente del tutto naturale e che anche lì l’uomo è intervenuto con i suoi piccoli insediamenti: una sorgente d’acqua che dia origine a un’oasi è sufficiente perché una piccola comunità di uomini vi costruisca il suo villaggio. Anche se nel linguaggio corrente usiamo spesso l’espressione “ambiente naturale” per riferirci magari a un bel parco o a una spiaggia deserta in cui siamo arrivati scendendo una scala, o alla cima di una montagna dove ci ha lasciato la seggiovia, per ambiente naturale si intende quello in cui non c’è alcuna traccia di presenza umana. E sulla Terra di ambienti naturali ne sono rimasti pochissimi.
IL PAESAGGIO
Il termine “paesaggio” è molto comune: in genere lo utilizziamo quando parliamo dell’aspetto di un luogo. Anche il paesaggio, come l’ambiente, è un concetto fondamentale della geografia.
Il paesaggio è l’insieme delle caratteristiche visibili di un ambiente. Quindi, sono elementi del paesaggio le montagne, i fiumi, i laghi, i boschi, ma anche i villaggi, le strade e le città ecc., cioè tutti quegli elementi dell’ambiente che possiamo vedere.
Un paesaggio, tanti paesaggi
 Un paesaggio può variare con il trascorrere del tempo, a seconda delle stagioni, a seconda del punto di osservazione e di chi lo osserva, e anche, naturalmente, in seguito all’intervento umano. Consideriamo il paesaggio alpino, cioè il paesaggio caratteristico della zona delle Alpi.
Il paesaggio assume un aspetto differente a seconda delle stagioni. Il paesaggio alpino invernale è molto diverso da quello estivo: durante l’inverno c’è la neve, che copre molti elementi della flora che sono invece visibili in estate.
Il paesaggio cambia a seconda del punto di osservazione: se osserviamo il paesaggio alpino dal fondovalle verso l’alto, notiamo certi elementi ma non altri; la stessa cosa avviene se lo osserviamo dalla cima di una vetta.
Il paesaggio cambia anche a seconda di chi lo osserva: uno sciatore noterà certi particolari del paesaggio (per esempio, quali sono le pendenze lungo le pareti della montagna), mentre un pescatore ne noterà altri (per esempio, la presenza di corsi d’acqua).
Il paesaggio si trasforma, inoltre, in conseguenza dell’intervento umano.
Paesaggio rurale e paesaggio urbano
Il paesaggio rurale e il paesaggio urbano sono gli esempi più evidenti di ambienti profondamente trasformati dall’opera dell’uomo.
Il paesaggio rurale è il paesaggio della campagna coltivata. Anche se può sembrare un paesaggio naturale, perché la vegetazione è abbondante e in molti casi non si vedono segni evidenti della presenza umana, in realtà è un paesaggio umanizzato non naturale. Per coltivare, infatti, sono necessari interventi profondi sull’ambiente naturale: il disboscamento; il prosciugamento delle paludi; il terrazzamento delle colline (necessario per poter ottenere nuovi campi in cui seminare i prodotti agricoli quando l’inclinazione della collina non lo permetterebbe); la regolazione del corso dei fiumi, necessaria per evitare le inondazioni e per garantire l’irrigazione dei campi.
 Il paesaggio urbano è la forma più evidente di paesaggio artificiale. In questo caso lo spazio si presenta completamente edificato e occupato da case, costruzioni dalle più varie forme e dimensioni, industrie, strade, ferrovie. La poca vegetazione presente in città (alberi dei viali o dei parchi) non è naturale, ma è frutto dell’intervento umano che ha introdotto specie non originarie della zona. Nel paesaggio urbano inoltre sono presenti moltissime.

In breve…

Cos'è il paesaggio?
Quando parliamo di paesaggio intendiamo tutto ciò che vediamo intorno a noi da un qualsiasi punto della terra.
Il paesaggio è formato da montagne, pianure, colline, fiumi, ma anche da case, strade, ferrovie, ecc...

Quali sono gli elementi che formano il paesaggio?

Gli elementi che formano il paesaggio possono essere raggruppati in due grandi categorie:
  • elementi naturali;
e
  • elementi antropici.

Cosa si intende per elementi naturali?
Gli elementi naturali sono le montagne, le pianure, le colline, i fiumi, i laghi, il mare, ecc.
In altre parole per elementi naturali si intende tutto ciò che è stato creato dalla natura.

Cosa si intende per elementi antropici?
Gli elementi antropici sono quelli creati dall'uomo, come ad esempio le strade, le case, le ferrovie, le dighe.
Gli elementi antropici sono degli elementi artificiali. Infatti la parola antropico viene dal termine greco antropos che significa uomo.

Esiste una definizione precisa della parola paesaggio?

Secondo la Convenzione Europea del Paesaggio il paesaggio è una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro relazioni.

La Convenzione Europea del Paesaggio è un documento ufficiale firmato nel 2000 dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa.

Il paesaggio si trasforma nel tempo?

Il paesaggio si trasforma nel corso del tempo sia per cause naturali (come ad esempio erosione, inondazioni, terremoti, valanghe) che per l'intervento dell'uomo (come la costruzione di strade, ferrovie, abitazioni).


 











In mappa















I PAESAGGI GEOGRAFICI



LA MONTAGNA




IL VULCANO




LE COLLINE E  LA LORO ORIGINE

Le colline sono i rilievi che non superano i  600 metri di altezza; si trovano generalmente vicino alle zone montuose e hanno la caratteristica di avere una forma arrotondata e smussata .Il loro clima è più caldo rispetto a quello della montagna.
In collina l’inverno non è troppo rigido e l’estate non è troppo calda. L’acqua è di solito buona e abbondante.



















Osservando attentamente la forma e la posizione di una collina e conoscendo la sua composizione (cioè di quale tipo di roccia è formata) è possibile risalire all’origine di una collina.
Le colline possono essere originate da diversi processi:

1.       parziale erosione delle montagne;
2.       accumulo di detriti;
3.       corrugamento della crosta terrestre;
4.      pressione del magma.






















                                   







































La parziale erosione delle montagne
crea le colline di origine strutturale.
Essa è causata dagli agenti atmosferici 
che  “limano” le cime dei rilievi e tendono
 a ridurne  l’altezza.  





Le colline moreniche sono state create dai ghiacciai.
Molti milioni di anni fa i ghiacciai, estendendosi
enormemente, raggiunsero il piede delle montagne,
 trascinando con sé il materiale eroso (detriti) e
 deposto a valle.L’accumulo di questi detriti infatti

 si chiama morena.



 
Le colline tettoniche, al pari delle montagne,
si sono formate per il corrugamento della crosta
 terrestre e il sollevamento del fondo marino.
Lo possiamo capire dai resti fossili di conchiglie
appartenuti appunto ad animali marini che si
ritrovano scavando il terreno nelle zone collinari.


La pressione del magma è causa della formazione delle
colline vulcaniche. Queste colline possono nascere perché
 il magma che preme sotto la crosta terrestre non ha “forza”
 sufficiente per fuoriuscire e quindi non spacca la crosta terrestre
 ma la deforma, sollevandola. Le colline vulcaniche possono anche essere semplicemente vulcani spenti , modellati dall’erosione.
 In ogni caso le colline vulcaniche, di solito, si innalzano
 isolate in un territorio pianeggiante.


In mappa….




Le risorse della collina 





Le attività della collina






L’ORIGINE DELLE PIANURE
 Le pianure si sono formate in tempi remoti e molto lentamente. Se ne  possono distinguerne  diversi tipi per origine, per composizione del terreno, per estensione.

Le  pianure vulcaniche si sono
formate con l'accumulo di lava,
le ceneri eruttate dai vulcani:
sono i territori pianeggianti
che si trovano alla base del 
Vesuvio e dell'Etna, terreni
fertilissimi perché ricchi di 
sali minerali.


Le pianure di sollevamento si 
 sono formate dal sollevamento
 di un antico fondale marino: è il 
 caso del Tavoliere delle Puglie.


Le pianure alluvionali si 
Sono formate con l’accumulo 
di materiale come  sassi, sabbia,
 ciotoli, detriti trasportati dai 
fiumi che scendono ai monti. 
Questi materiali hanno eroso
il terreno in cui scorrevano
colmando vaste zone di mare.
siHa questa origine la Pianura 
Padana. Come tutte le grandi
pianure rappresenta lo spazio
ideale per le attività agricola
e la costruzione caratteristica 
che è la cascina.


LA PIANURA ALLUVIOVALE






 Nella pianura alluvionale si distinguono due zone:  alta pianura,   vicino ai monti bassa pianura, vicino al letto del fiume,  con caratteristiche diverse tra loro.
 Il terreno dell'alta pianura o è formato da ghiaia  e ciottoli, quindi  molto permeabile:le acque piovane penetrano  in profondità lasciando arido  terreno in  superficie. Questa zona è caratterizzata da scarse coltivazioni,  mentre numerosi sono i centri abitati, le industrie,  le strade, le autostrade.
Il terreno della bassa pianura invece formato da sabbia argillosa  ed è impermeabile: l'acqua scorre in superficie ed è regolata  da una fitta di rete di canali. Il.paesaggio è diverso rispetto a quello dell'alta pianura, vi sono prati verdeggianti anche d'inverno, risaie, grandi cascine, estese coltivazioni che stanno ad indicare un'agricoltura molto sviluppata.
Tra l'alta e la bassa pianura vi  è la fascia detta delle risorgive o fontanili,  cioè sorgenti d'acqua che sgorgano dal suolo a temperatura costante  e che anche d'inverno non scende mai al di sotto dei 15° gradi. Questa acqua dà origine alla marcite, prati quasi sempre coperti da un velo d'acqua che permettono all’erba di crescere tutto l'anno e quindi di effettuare numerosi raccolti.



LA PIANURA ALLUVIONALE :LA PIANURA PADANA
La più estesa pianura del nostro Paese è quella padana che è percorsa da diversi i fiumi tra i quali più importante il Po, da cui prende il nome. Oltre un milione di anni fa al posto della pianura vi era una enorme insenatura occupata dal mare Adriatico e limitata dalle Alpi e degli Appennini. I fiumi e i torrenti scendevano vorticosi dai rilievi trasportando detriti che si depositarono nella conca e lentamente la colmarono.

Ancora oggi il delta del Po  avanza nel mare Adriatico guadagnando un po' di terreno ogni anno la Pianura Padana.



La Pianura Padana, come tutte le grandi pianura, rappresenta lo spazio ideale per l’attività agricola e la costruzione caratteristica è la cascina.